sabato 31 dicembre 2016

25-SINTESI FINALE


Siamo ormai arrivati alla fine di questo lungo viaggio alla scoperta del blu, e allora quale giorno migliore per terminarlo se non l'ultimo dell'anno. 

La partenza è stata ovviamente molto soft : un primo post ( step 1 ) nel quale introdurre in maniera generale il colore e iniziare a familiarizzare con quello assegnato. In questo primo post è stato spiegato da subito il simbolo del blu nella società odierna, un colore che evoca calma, tranquillità e pace, e che, quindi, è il colore più usato per simboleggiare associazioni che lottano per la pace ( Unicef, ONU, telefono azzurro, ecc.. ). Questo è il motivo per il quale nello step 24 è stato descritto il blu con una serie di aggettivi e sostantivi in una "cloud" a forma di simbolo della pace. 
Queste associazioni lavorano su scala mondiale, ecco allora spiegato lo scopo dello step 2 nel quale il blu viene declinato in tutte le lingue, rendendolo più "internazionale".

Dopo una primo approccio l’analisi del blu è stata fatta da un punto di vista più quantitativo: nello step 3 sono stati analizzati alcuni criteri di classificazione dei colori, per mezzo dei quali è possibile scegliere una determinata tinta in maniera univoca e senza ambiguità: a tal proposito è stato fatto qualche accenno di calorimetria.
A questo punto, dopo aver familiarizzato, è iniziata la vera analisi del blu, ovvero la ricerca del colore in diversi ambiti, quali per esempio la mitologia (step 4), la musica (step 5),  la scienza ( step 6 ) ,il cinema (step 7 ). E’ stato sorprendente scoprire che il blu ha una storia veramente molto interessante tanto da essere stata studiata in maniera dettagliata dallo storico del colore Pastoureau (step 11) e anche, con i dovuti distinguo, dal sottoscritto sotto forma di racconto (step 19): è il colore che evoca maggiormente la relazione tra divino e terreno in tutte le culture antiche, da quella greca a quella orientale.  Il blu era nell’antichità anche un colore molto raro e costoso poiché poteva essere ottenuto solo dalla polvere del lapislazzulo, pietra preziosa e difficile da estrarre. Questo è stato il principale motivo per il quale fino al 1826, anno in cui fu introdotto il primo pigmento blu sintetico, ha avuto poca fortuna e non è stato utilizzato praticamente mai dagli artisti.
Successivamente gli artisti si cimentarono nell’uso del blu: il più importante sia per fama che per numero di opere fu sicuramente Pablo Picasso, massimo esponente del cubismo, il quale dipinse una serie di opere classificate in un periodo chiamato appunto “Periodo Blu”. Picasso è stato un protagonista indiscusso nel mondo dell’arte e nello sviluppo del blu , tanto da essere presente sia nello step 21 (I protagonisti) sia nello step 18 (le arti pittoriche).

Nello step 5 ho ricercato la presenza del blu in brani di musica pop, rock e classica, ma mi sono incuriosito anche sull’etimologia del genere “blues”, genere musicale afroamericano nato dal bisogno di esprimere malinconia dovuta alla condizione di schiavitù alla quale era sottoposto questo popolo nel XX^ secolo. Il nome “Blues” deriva dall’espressione inglese “to feel blue” che significa essere malinconico (lett. Sentirsi blu). A proposito di modi di dire e proverbi, è stato analizzato anche questo ambito all’interno dello step 8.

Nello step 6 è stata analizzata la relazione tra scienza e colore: ma è stata volutamente trascurata la chimica al fine di poter essere analizzata più in dettaglio successivamente (step 14): si è parlato allora del led blu, di alcuni coloranti come il blu dimetilene o come la ftalocianina (step17)  ma anche della tecnologia Blu-ray grazie alla quale è possibile vedere dei film in alta definizione. I film, beh è stata analizzata la presenza del blu anche in questo ambito. 

Nello step 7 attraverso la palette , la tavolozza di colori maggiormente utilizzata in una pellicola cinematografica, è stato trovato un nesso tra il colore e il messaggio che il regista voleva trasmettere.

Successivamente è stata analizzata la relazione tra il colore e degli ambiti più “moderni”, quali loghi (step 10) , pubblicità (step 15 ), design ( step 16) , moda (step20 ) e architettura ( step 22) accomunati tutti dalla richiesta di analizzare i motivi della scelta del blu, se fatta per motivi di marketing, di stile o semplicemente, come nel caso del logo di Facebook, perché era l’unico colore riconoscibile.


Anche se nel passato il blu era molto raro, oggi è uno dei colori più utilizzati in ogni ambito, dai vestiti ai cartelli stradali, alle strisce dei fumetti (step13); ci sono persino oggetti che non immaginiamo di un colore diverso dal blu pur non essendoci motivi logici, come ad esempio il fiocco alla porta per simboleggiare la nascita di un maschietto (step 23); ma uno dei pochi ambiti in cui il blu fa fatica a svilupparsi è la cucina, forse per una nostra paura ancestrale.. (step 12) .

Terminata questa breve analisi del mio percorso non posso che ritenermi soddisfatto, sia per la mole di informazioni che ho appreso sul colore che ho esaminato, sia per tutte quelle cose che ho imparato un po' per caso, spulciando tra gli infiniti siti internet che ho visitato per cercare informazioni utili alla mia ricerca, ma soprattutto per i numerosi metodi appresi dal professor Marchis per organizzare il proprio lavoro, utili chissà, anche in futuro per la tesi di laurea. Uno su tutti? L'abeccedario (step 9) grazie al quale ho saputo organizzare meglio tutti i vari collegamenti.

Arrivederci BLU !


venerdì 30 dicembre 2016

24-IL "CLOUD" DEL BLU





Come oggetto che meglio reifica il blu ho scelto il simbolo della pace poiché, come già spiegato nei precedenti post, il blu esprime un bisogno di quiete e tranquillità, di pace con se stessi e con il mondo.



In basso, tutte le parole usate nella nuvola:

BLU
PURO
SATURO
BLUE
PICASSO
LAPISLAZZULO
FACEBOOK
TRANQUILLITA'
PROFONDO
AVATAR
SIMBOLICO
IMPRESSIONISMO
LED
NOBILE
BLUE MOON
RILASSANTE
MALINCONICO
ULTRATERRENO
CIELO
MARE
IMPORTANTE
FREDDO
RELAX
ELEGANTE
CHIC
SPETTRALE
VIVIDO
PACE

mercoledì 28 dicembre 2016

23-UN BLU "SELVAGGIO"


Prima di analizzare il blu nella sua accezione "selvaggia" cerchiamo di capire il significato del termine : un colore viene definito selvaggio quando viene convenzionalmente associato ad un determinato simbolo senza un apparente motivo razionale.

L'esempio più comune è quello del colore rosso associato al Natale: fondamentalmente non esiste un vero motivo per il quale il colore simbolo del Natale sia il rosso, eppure è globalmente riconosciuto come tale.

Tornando all'analisi del blu "selvaggio" un esempio calzante è sicuramente quello della suddivisione rosa-blu per quanto riguarda il genere.


Il simbolo maschile rappresenta in maniera stilizzata lo scudo e lancia del dio romano Marte mentre il simbolo femminile simboleggia la mano della dea Venere che sorregge uno specchio.

Non è assolutamente chiaro il motivo logico per il quale a questi simboli siano associati questi precisi colori eppure in tutte le culture è riconosciuto questo dualismo, probabilmente anche a causa dell'influenza che fin da piccoli abbiamo quando arriva la scelta dello zaino scolastico, o quando si devono scegliere gli abiti da indossare.
Sia il colore rosa che quello blu, utilizzando un termine antropologico, determinano una “acculturazione “, che pone delle etichette che non nascono “spontaneamente” ma che vengono imposte, creando quella che viene chiamata “uniformità”.




Facendo una ricerca si scopre che la convenzione di appendere un fiocco blu-azzurro per i maschi ed uno rosa per le femmine è di derivazione orientale.Secondo la tradizione indiana e cinese ad esempio il maschio era un dono divino e quindi gli veniva associato il colore azzurro o blu del cielo come simbolo di privilegio e come segno scaramantico perché le divinità lo proteggessero.Il rosa invece era associato alle femmine perché ricordava il ciclo mestruale e quindi la fecondità.


lunedì 26 dicembre 2016

22-IL BLU IN ARCHITETTURA

IL DIDDEN VILLAGE



A Rotterdam nei Paesi Bassi gli architetti del MDRDV  (uno studio di architettura e progettazione urbana), hanno realizzato per la famiglia Didden un progetto di ampliamento edilizio di una casa tradizionale a schiera di fine ottocento, che prevede la sovrapposizione di due volumi elementari: due parallelepipedi in cemento dipinti di colore blu danno l'impressione di un plastico realizzato a grandezza naturale. La casa è divisa in stanze indipendenti realizzate al fine di ottimizzare la privacy di ogni membro della famiglia. Da qui appunto il nome Didden Village.

Queste ‘stanze’ sono circondate da percorsi, alberi, panchine e una piccola piazza per dare l’idea di un villaggio, rinchiuso in un parapetto con finestre che offrono una vista sulla città. Allo stesso modo questi elementi appaiono come un piccolo borgo a chi osserva dalla piazza e dalle strade che circondano il palazzo.





“The addition can be seen as a prototype for a further densification of the old and existing city. It adds a roof life to the city.” MVRDV




IL PARCO DEI PRINCIPI 








L’hotel Parco dei Principi di Sorrento, è il risultato del lungo sodalizio tra l'architetto Gio Ponti e l’ingegnere e imprenditore Roberto Fernandes.

Nel 1959 Fernandes acquista Villa Poggio Siracusa, un incompiuto castello in stile gotico-inglese, con l’intenzione di trasformare la villa in una struttura alberghiera.

Negli ambienti interni, Gio Ponti applica il principio della bicromia (bianco e blu), disegnando trenta diversi decori all’interno della stessa piastrella 20×20 cm. I motivi delle ceramiche sono geometrici o naturalistici, ciascuno con un numero differente di possibili composizioni. Questa grande varietà di soluzioni ha consentito alle cento stanze dell’albergo di avere ognuna un pavimento unico al mondo. 

“Cielo azzurro, mare azzurro, isole azzurre, maioliche azzurre, piante verdi, rose ai piedi della principessa, orma di danzatrice“. (Gio Ponti)

Nella rivista di architettura e design Abitare, appartenente al gruppo del Corriere della sera, è presente un articolo proprio sull' hotel Parco dei Principi e sull'uso dei colori bianco e blu da parte di Gio Ponti. 
Ecco qui il link dell'articolo.



mercoledì 14 dicembre 2016

21-I PROTAGONISTI DEL BLU



Tra i personaggi storici legati al colore blu, Pablo Picasso, è sicuramente uno dei più influenti, non solo perché viene considerato da molti uno degli artisti più importanti di tutti i tempi ma anche per la presenza, nella sua carriera, di un periodo detto appunto periodo blu.

Come già spiegato nel post sulle arti pittoriche, questo colore fu scelto da Picasso non solo per la sua forza espressiva, ma, anche e soprattutto, per la valenza psicologica che gli permetteva di andare oltre alla naturalistica descrizione. Non a caso i protagonisti dei suoi dipinti sono sempre personaggi senza speranza, che evidenziano l'obiettivo del pittore spagnolo, ovvero suscitare nell'osservatore un sentimento di compassione e patetismo, a volte anche di commozione.

Come consuetudine in quasi tutti i pittori, la vita privata di Picasso, ha fortemente influenzato le sue scelte stilistiche. Il periodo blu nasce infatti in seguito al suicidio di Carles Casagemas, grande amico di Picasso.

Per approfondire riguardo la biografia di Picasso e capire più a fondo i motivi del periodo blu allego due articoli molto interessanti:
 link1
 link2






Un personaggio del presente molto legato al blu è sicuramente il fondatore di Facebook e attuale amministratore delegato, Mark Zuckerberg.

Con la sua invenzione, il genio statunitense ha letteralmente rivoluzionato il mondo moderno, tanto da essere considerato una delle figure più influenti della storia ed essere eletto "Person of the year" nel 2010 dal Times.

Il collegamento con il blu è presto fatto: il logo, ma anche la barra degli strumenti e il famosissimo pollice in su del "mi piace", tutto il mondo di Facebook è un' esplosione di blu. Ma come già anticipato, la scelta non è stata dettata dal marketing: come ha egli stesso dichiarato in un intervista, Zuckerberg soffre di una forma di daltonismo che non gli permette di distinguere il rosso e il verde, mentre il blu è la tinta più ricca e facilmente distinguibile, ai suoi occhi.

La sua biografia è particolarmente interessante, al fine di comprendere meglio le modalità con cui è arrivato a partorire la sua creazione. Non è un caso che sia stato girato anche un film ("The social network") sulla vita di Zuckerberg e degli altri quattro fondatori ai tempi del college, quando Facebook ha iniziato a prendere vita.

Qui sotto un link con un articolo approfondimento sulla biografia di Zuckerberg ad opera di Focus:

http://www.focus.it/scienza/scienze/la-biografia-di-mark-zuckerberg-l-inventore-di-facebook










lunedì 5 dicembre 2016

20-IL BLU NELLA MODA


Il termine moda, inteso come modo collettivo di vestirsi, è la diretta traduzione del francese mode, vocabolo apparso per la prima volta, secondo gli studiosi transalpini , nel 1482 al posto di manière e façon, per indicare uno specifico tipo di abbigliamento. Sebbene non si possa affermare l’esistenza di una definizione univoca del termine, cito quella del Grande Dizionario Garzanti, secondo il quale moda è :
“l’usanza più o meno mutevole che, diventando gusto prevalente, si impone nelle abitudini, nei modi di vivere, nelle forme del vestire”
Oggi la moda può essere intesa su tre livelli differenti, ma complementari: 
  • Moda come industria e commercio dell’abbigliamento, quindi come settore produttivo e distributivo; 
  • Moda come coscienza collettiva, cioè come meccanismo sociale che fissa delle regole basate sulla soggettività dell’opinione pubblica;
  •  Moda come inquietudine, nel senso di dinamicità, come elemento di variabilità e di mutamento che si lega intrinsecamente al concetto di cambiamento.
A partire dagli anni '50, la moda non è più ad appannaggio esclusivo della classe agiata, ma, si sviluppa su scala globale. Inizia così, da parte degli stilisti, il gioco delle linee e delle lunghezze, delle nuove forme e dei nuovi tessuti, ma soprattutto il gioco dei colori. I colori sono i veri protagonisti nella moda, basti pensare che alcune tinte sono diventate delle vere e proprie icone: rosso Valentino, azzurro Tiffany, solo per fare alcuni esempi. 

Ma arriviamo finalmente a parlare del blu nella moda.
Il blu è un colore trasversale, internazionale, tipico di tutte le culture e di tutte le estetiche. Considerato il colore dell'eleganzaa partire dal XIII secolo il blu ha racchiuso in sé il più alto grado di nobiltà. Da allora lo si sceglie proprio per la raffinatezza che rappresenta. 
Elegante e intenso, il blu è tra i colori più gettonati dagli stilisti per la sua grande versatilità. Il top dell’abbinamento è rappresentato dal bianco ma sta anche molto bene con il rosa cipria, il rosa scuro e il rosa antico, il beige e il tortora, il senape e il ruggine. Una cosa è certa secondo l'opinione comune: non si può abbinare al nero poiché , trattandosi di colori scuri, si escludono a vicenda. 
Eppure il noto stilista francese Yves Saint Laurent ha dimostrato che il blu e il nero insieme sono un abbinamento raffinato, appunto perché inaspettato. Ecco alcuni degli abiti da lui creati, divenuti delle vere e proprie icone di stile, delle opere d'arte, anche per la scelta dei materiali principalmente utilizzati, a partire dalla pura seta, fino al raso. Del resto, come diceva lui,
 «le mode passano,lo stile resta».






































 




giovedì 1 dicembre 2016

19-ANATOMIA DEL COLORE

Mettetevi comodi e preparatevi a leggere una storia che ha come protagonista uno dei colori più affascinanti e misteriosi di tutti: il blu.

Una storia che si rispetti dovrebbe iniziare con una breve presentazione , beh non la mia, io non ho bisogno di presentazioni, tutti mi conoscono, perché io sono il blu.
Che mi si dia pure dell'arrogante, però sfido chiunque a darmi torto: sono uno dei sette colori dell'arcobaleno, ma soprattutto sono un colore primario , quindi basta una combinazione tra me, il verde e il rosso per ottenere uno qualsiasi dei mille colori presenti in natura. La natura.. beh sono anche uno dei colori più diffusi. Fate un'esperimento, chiudete per un attimo gli occhi e provate ad immaginarmi, provateci e non indugiate sulle gradazioni che preferite. Sono pronto a scommettere che avete immaginato un cielo o magari tutte le varie sfumature del mare, qualcuno magari ha anche sentito il suono delle onde che si infrange sugli scogli. Mi hanno studiato, gli scienziati, e hanno scoperto che sono uno dei colori fondamentali nella cromoterapia perché ho un effetto rasserenante. Simboleggio l'armonia e la calma: forse è per questo che sono anche simbolo di pace e faccio da sfondo a tutti i principali loghi delle associazioni non governative.
Purtroppo però non ho avuto tutta questa gloria in passato. Il mio passato è oscuro, avvolto nel mistero. Gli antichi avevano paura di me, incutevo timore: gli antichi Romani mi odiavano perché mi associavano agli occhi dei barbari, mentre per gli altri popoli ero associato al divino, all'ultra-terreno soprattutto per il fatto che sono il colore del cielo, del mare, dell’infinito spazio.
A me però piace pensare che il motivo della mia poca notorietà, della paura nei miei confronti, risieda nel fatto che sono un colore molto raro, un colore difficile da estrarre, difficile da produrre. L'unico modo che avevano per raffigurare le divinità in cielo, era quella di usare i lapislazzuli, pietre preziose dall'elevato valore ( le uniche miniere di lapislazzuli erano nell'antica Persia ) .
Per fortuna con il passare degli anni l'uomo è riuscito a trovare un modo per potermi estrarre in maniera sempre più facile e di pari passo è cresciuta anche la mia notorietà.

Oggi sono nell'Olimpo dei colori, sono il supereroe dei colori. Il fatto è che in me e nelle mie varianti c'è qualcosa di magnetico, che vi apre lo spazio e vi spinge a immergervi dentro e vi porta a trovare una dimensione nuova di pace e tranquillità, e oggi nel mondo tutti hanno bisogno di un po' di pace e tranquillità.


venerdì 18 novembre 2016

18-LE ARTI PITTORICHE

Analizziamo un dipinto realizzato da Pablo Picasso, artista di fama mondiale vissuto nel Novecento, il quale ha realizzato tantissime opere considerate dei capolavori.
Il quadro in questione si chiama "Il vecchio chitarrista cieco" e fa parte di una delle opere più importanti del cosiddetto periodo blu di Picasso. Questo periodo va dal 1901 al 1904 e viene chiamato così per via del fatto che Picasso usava dipingere in maniera monocromatica usando il blu in tutte le sue tonalità e le sue sfumature.


Autore: Pablo Picasso
Titolo: "Il vecchio chitarrista"
Data di realizzazione: 1903
Dimensioni: 121 x 92 cm
Dove si trova: Art Institute of Chicago, Chicago


Non si può fare a meno di notare la fortissima presenza di blu in questa tela.
Questo colore fu scelto da Picasso non solo per la sua forte espressività, ma, anche e soprattutto, per la valenza psicologica che gli permetteva di andare oltre alla descrizione naturalistica. Per Picasso il colore Blu è come una dimensione sacra e sentimentale: l'artista si focalizza sulla realtà, sulla miseria e sulla sofferenza, oltre che sulla morte. I soggetti sono, non a caso, soprattutto poveri ed emarginati. A questi personaggi senza speranza Picasso rivolge, in questi anni, un’attenzione particolare; mendicanti, ciechi e girovaghi sono per lui continua fonte di studio, cui attinge in ogni angolo delle strade di Barcellona. Picasso li ritraeva preferibilmente a figura intera, in posizioni isolate e con aria tetra e malinconica. Ne risultano immagini cariche di tristezza, accentuata dai toni freddi (blu, turchino, grigio) con cui i quadri erano realizzati. In particolare, l’allegoria del cieco lo accompagnò per tutta la vita. Molte delle opere con questi soggetti sono profondamente commoventi.

Per approfondire l'analisi di quest'opera clicca qui




giovedì 17 novembre 2016

17-BREVETTO ( BLIND QUESTION )

Il  brevetto è un certificato rilasciato dal competente ufficio governativo che attesta la paternità di un'opera dell'ingegno e dà il diritto esclusivo di fabbricarla o di sfruttarla commercialmente, nei limiti e nei modi fissati dalla legge.
Il brevetto qui analizzato riguarda il processo per la creazione di una miscela di FTALOCIANINA.

La Ftalocianina è una molecola chimica con una struttura chimica simile a quella delle porfirine. La sua caratteristica principale è quella di legare a se altri gruppi funzionali fungendo da molecola trasportatrice. Oltre ad essere una delle prime molecole a presentare effetti quantistici rilevanti viene utilizzata in molteplici applicazioni tecnologiche:
  • rivestimento per CD-ROM riscrivibili
  • optoelettroniche come microconduttori e semiconduttori organici (sensori FET, nei film di Langmuir-Blodgett)
  • fotoelettroniche (celle fotovoltaiche)
  • farmacologiche (come mezzo di contrasto, come antitumorale ad esempio la fluoro-alluminio ftalocianina)
  • catalitiche (sintesi chimica).
  • elettrocatalisi (celle a combustibile).

Nella descrizione del brevetto viene spiegato come si produce la miscela: i cristalli del pigmento di ftalocianina sono prodotti sostanzialmente attraverso cristalli 100% isometrici attivati prima tramite il pigmento di ftalocianina grezzo, poi tramite l'aggiunta di acqua e un tensioattivo. In questo modo si forma la miscela che è di colore blu.




Le caratteristiche del brevetto sono le seguenti:

Numero di pubblicazioneUS4859770 A
Tipo di pubblicazioneConcessione
Numero domandaUS 07/145,400
Data di pubblicazione22 ago 1989
Data di registrazione19 gen 1988
Data di priorità19 gen 1988
Stato tariffaPagato
InventoriThomas E. Donegan, Timothy G. Leary,Arvind S. Patil
Assegnatario originaleBasf Corporation




Per maggiori informazioni visitare questo sito 










mercoledì 16 novembre 2016

16-NEL DESIGN

Il design è per definizione è la progettazione di un oggetto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica partendo da un concept di base. Nel corso degli anni però il termine ha acquisito altri significati, infatti è anche usato per definire il profilo estetico di un prodotto (basti pensare a quando si dice ad esempio : questo oggetto ha un "design minimalista").
Al di là della definizione e delle sfumature di significato , un qualsiasi oggetto di design viene riconosciuto in parte per la forma, in parte per il materiale utilizzato e in parte per il colore.
L'unione di questi aspetti caratterizza un'oggetto di design.

BOA, sedia laccata con schienale alto
Produttore:  Pierre Cardin
Misure : L 36 x P 60 x H 150 cm
Materiale :Legno laccato

Boa, creata dalla casa di design Pierre Cardin, è una sedia dalle forme morbide e sinuose che ricordano in qualche modo quelle di un serpente (da qui il nome Boa) . Questa sedia, assieme alla sorella Cobra, è considerata dalla rivista DesignMag una delle sedie di design più famose di tutti i tempi.

Forma
La sua particolare struttura le permette di resistere al peso, grazie alla sezione variabile longitudinale dell'oggetto anche se ben dissimulata. La sua forma sottile, scolpita e finemente lavorata per ottenerne una plasticità totale senza alcuno spigolo, fa di questo pezzo il top di gamma tra tutte le sedie Pierre Cardin.

Materiale
Il materiale utilizzato da Pierre Cardin è il legno laccato, un materiale delicato, luminoso molto più raffinato del legno laminato ma al tempo stesso molto meno resistente nel tempo. Questo perchè l'idea del designer è quella di creare una sedia raffinata, sinuosa ed elegante.

Blu
La scelta del blu è da ricercare nel significato profondo di questo colore. Tranquillità, sicurezza , affidabilità: sono questi i messaggi trasmessi dal blu e sono questi i messaggi che questa sedia vuole trasmettere.

STORIA DEL PRODOTTO

"Realizzo mobili da sempre. I primi modellini li ho creati in un laboratorio quando avevo solo otto anni " . (Pierre Cardin)

Questa sedia fa parte di una collezione di complementi d'arredo ideata dallo stilista italiano Pierre Cardin a partire dal 1977 , la "Sculptures utilitaires"
Si tratta di vere e proprie sculture che sommano alla loro funzione decorativa anche quella dell'utilità. Celati abilmente dalle forme sinuose e affascinanti, le "Sculptures Utilitaires" sono mobili o accessori di uso comune che trovano utilità nelle case di tutti.
Pierre Cardin comincia la sua produzione di mobili "haute couture" nel 1977 come stimolo ai creativi francesi ad avere più immaginazione in materia di mobili: ne risulta un'intera collezione di eleganti mobili dalle forme sinuose che possono trovare la giusta collocazione in qualunque casa. Da quel famoso 1977, lo Studio Pierre Cardin ha continuato a produrre sculture di incredibile valore artistico, riprendendo, talvolta, alcuni temi che hanno caratterizzato le collezioni di moda.
Grazie alla loro esclusività ed eleganza, alcuni pezzi della fortunata collezione “Sculptures Utilitaires” hanno letteralmente girato il mondo. Negli anni, infatti, le “Sculptures Utilitaires” sono state esposte in moltissime importanti città quali New York, Parigi, Montecarlo e molte altre. Per chi volesse ammirarle di persona, alcuni esemplari sono tuttora in esposizione al Museo Pierre Cardin di Parigi.


martedì 15 novembre 2016

15-PUBBLICITÀ

Azienda: Barilla
Settore: alimentare
Agenzia pubblicitaria: Young&Rubicam, Italia
Paese: Italia, Europa
Pubblicazione: 2010
Tecnica: riproduzione fotomeccanica

In questa pubblicità l’azienda Barilla mediante l'headline "Happy New Year" porge gli auguri di buon anno ai consumatori. Il Payoff (la frase che compare sotto il logo Barilla) "The choice of Italy", vuole in un certo modo dare quel valore aggiunto di un prodotto consumato e quindi "garantito" da un intero Stato quindi da molte persone.
Interessante è l'approccio comunicativo utilizzato da Barilla, che in questo messaggio non intende promuovere nessun tipo di pasta ma accentuare il proprio legame con il consumatore augurandogli un buon anno. L'azienda quindi basa la propria comunicazione su dei valori affettivi e cordiali ed è questa una caratteristica peculiare dell'azienda di Parma: basti pensare allo slogan più famoso "Dove c'è Barilla c'è casa ".
Il visual (l’immagine che domina la pagina) è per questo motivo caratterizzato da un tipo di pasta che non è specificato, ed è presente un’analogia tra il tipo di pasta raffigurato e un fuoco d’artificio. L'analogia è una tecnica spesso utilizzata nell'ambito pubblicitario, che permette di associare tra loro più elementi in questo caso accomunati dalla stessa forma e colore.
Il blu in questo contesto oltre a ricordare il colore del packaging dell’azienda, acquisisce ulteriori connotazioni, infatti riprende il concetto di blu notte, colore del cielo in cui risalta il “fuoco d’artificio” cioè la pasta.

Per imparare i "termini tecnici" delle pagine publicitarie come visual o payoff clicca qui


BLU = BARILLA . . . PERCHÈ ?


Dal 1877, anno della sua fondazione a Parma in strada della repubblica, il colore tipico del marchio è sempre stato il blu.
Scopriamo insieme il motivo di questa scelta.

Il colore blu delle confezioni di pasta Barilla risale agli inizi dell’attività quando la distribuzione della pasta avveniva con i corbelli, ceste di castagno al cui interno veniva messa la carta azzurra che proteggeva il prodotto dal cesto stesso. Per la vendita al dettaglio la pasta veniva raccolta in grandi casse scure che arredavano le pareti del negozio e che, talvolta, avevano una finestrella in vetro che permetteva di riconoscere a colpo d’occhio il tipo di pasta. Il negoziante con una paletta capiente in legno raccoglieva la quantità richiesta e la poggiava un foglio di carta alimentare dal lieve colore azzurrino tipico della carta “da zucchero”.Il contrasto di colori tra l'azzurro della carta e il giallo della pasta richiamava l’attenzione del cliente. Così quando poi il packaging diventerà fondamentale, Barilla manterrà alcuni caratteri specifici tra cui appunto il colore azzurrino, che nel tempo evolverà nell’ormai conosciuto "Blu Barilla".


















venerdì 11 novembre 2016

14-CHIMICA

La chimica è strettamente legata al colore.
Nel secolo scorso furono fatti molti studi per capire la relazione esistente tra costituzione chimica e colore. Nel 1868 Graebe e Liebermann notarono che molte sostanze colorate venivano decolorate per riduzione e quindi essi associarono il colore all’insaturazione delle molecole.

 Nel 1876 Witt giunse alla conclusione che tutte le sostanze colorate dovevano contenere un gruppo cromoforo, cioè un gruppo responsabile del colore. Per Witt tali gruppi erano: -NO2, -NO, -N=N-, C=O e C=C. Oggi vengono considerati cromofori anche altri gruppi che mostrano siti di insaturazione. Le molecole contenenti i cromofori furono chiamate cromogeni.

Ad oggi l'ambito nel quale è più evidente il legame tra chimica e colore è sicuramente quello degli indicatori.

Un indicatore è un composto in grado di subire modifiche di colore facilmente osservabili in funzione dell'ambiente chimico in cui si trova. Gli indicatori vengono generalmente impiegati in soluzione nella conduzione di titolazioni o supportati su strisce di carta per rapide valutazioni (le cosiddette "cartine indicatrici" o "cartine al tornasole").
Il fenomeno di variazione del colore di un indicatore viene detto "viraggio". L'intervallo di pH, in cui l'indicatore agisce è detto "campo di viraggio dell'indicatore". L'occhio umano recepisce una delle due forme colorate dell'indicatore quando questa è presente in rapporto almeno 10:1 sull'altra.





I composti blu sono caratterizzati dalla resistenza agli acidi infatti molti titolanti nel diventare basici diventano blu mentre non esistono titolanti blu acidi. Anche sulla cartina al tornasole ( che altro non è che un colorante di origine vegetale ) il punto di massimo pH si indica in blu. 

Vediamo gli indicatori più famosi che virano nel blu:


Indicatore
Colore forma acida
Colore forma basica
Intervallo di viraggio
pKin
Blu timolo
Rosso
Giallo
1.2-2.8
1.65
Giallo metile
Rosso
Giallo
2.9-4.0
3.2
Metilarancio
Rosso
Giallo-arancio
3.1-4.4
3.1
Blu bromofenolo
Giallo
Porpora
3.0-4.6
4.1
Verde bromocresolo
Giallo
Blu
3.8-5.4
4.9
Rosso metile
Rosso
Giallo
4.2-6.2
5.0
Rosso clorofenolo
Giallo
Rosso
4.8-6.4
6.25
Blu bromotimolo
Giallo
Blu
6.0-7.6
7.30
Rosso fenolo
Giallo
Rosso
6.4-8.0
8.0
Blu timolo
Giallo
Blu
8.0-9.6
Giallo alizarina
Giallo
 Viola
10.1-12.0


VERDE DI BROMOCRESOLO (  C21H14Br4O5S)


FORMULA DI STRUTTURA



BLU DI BROMOTIMOLO  (C27H28Br2O5S )


FORMULA DI STRUTTURA



BLU TIMOLO  C27H30O5S )

FORMULA DI STRUTTURA


Nell’ambito delle titolazioni rivestono particolare importanza le titolazioni redox tra i più famosi titolanti blu c'è sicuramente il blu di metilene: questo titolante si presenta blu in ambiente ossidante e incolore in ambiente riducente. Caratteristica è l’ossidazione del glucosio in presenza di NaOH che, in presenza di ossigeno dà luogo alla formazione di acido gluconico dopo agitazione. Quest’ultimo viene convertito a gluconato di sodio e il blu di metilene si riduce diventando incolore.


Per qualche altra info sul blu di metilene clicca qui



Un'altro ambito in cui è forte il legame tra chimica e colore è quello dei Coloranti artificiali.

Come sappiamo ottenere il blu in natura è sempre stato un compito arduo. L'unico modo era usare pietre preziose come ad esempio lapislazzuli e questo è il principale motivo per cui prima dell'avvento dei coloranti articificiali il blu non veniva utilizzati praticamente mai in arte o nella colorazione degli abiti.
Grazie alla chimica, oggi il blu è presente in moltissimi capi d'abbigliamento e nelle tavolozze dei pittori. Il primo colorante artificiale mai prodotto è stato il blu di prussia  ( C18Fe7N18 nel 1704 da due chimici tedeschi, Diesbach e Dippel.
Una curiosità sul blu di prussia è che viene anche chiamato blu degli ingegneri quando viene miscelato con un materiale oleoso e usato per verificare la presenza di irregolarità su una superficie.





Un composto blu molto utilizzato nel mondo della chimica è il :
 SOLFATO RAMEICO  (CuSO4·5H2O) 




Questa splendida foto mostra la formazione di ghiaccio in cristalli blu del solfato di rame.


Per saperne di più clicca qui 


CIBO BLU? 
Se sei curioso di sapere il perchè della formazione di chiazze blu sul cibo andato a male sappi che è colpa di alcuni batteri chiamati Pseudomonas fluorescens... clicca qui per l'articolo completo 



giovedì 10 novembre 2016

13-COMICS (BLIND QUESTION)

Il fumetto è per definizione una storia composta da immagini in sequenza, cioè accostate l’una all’altra in modo da suggerire l’idea del movimento, i cui protagonisti parlano spesso per mezzo di ‘nuvole di fumo’ che provengono dalle loro bocche (i fumetti).
Il primo fumetto nacque negli USA nel 1895, quando l’editore J. Pulitzer decise di aggiungere ai quotidiani della domenica un supplemento illustrato a colori per l’infanzia: le storie di Yellow Kid, monello delle squallide periferie americane, ebbero un tale successo che ben presto si moltiplicarono i supplementi illustrati dei quotidiani e nacquero altre serie di personaggi comici e satirici. Uno dei "comic strips " più famosi di tutti i tempi è sicuramente "The peanuts"  partorito dalla mente di Charles Monroe Schulz e letto quotidianamente da 355 milioni di persone in 75 paesi del mondo !

Di seguito delle sequenze in cui è presente una citazione del blu :


Apparso per la prima volta il 14 Aprile del 1967

TRADUZIONE :
"Stavi usando i miei pastelli? Certo che sì... Li ho presi in prestito ieri per fare qualche disegno.. Beh, e cosa è successo al blu?! Il blu è andato! Ho disegnato molti cieli ! "


o ancora :


Apparso per la prima volta il 25 Agosto del 1965

TRADUZIONE :
"Non ho mai visto un cielo così blu come oggi..  Oh io si invece.. mi ricordo del 14 Luglio 1959, il cielo era davvero blu molto più blu di quanto lo sia oggi... o anche il 2 Settembre, il cielo era di un blu profondo e il primo Giugno dell'anno dopo era.. NON CE LA FACCIO.. "



venerdì 4 novembre 2016

12-IN CUCINA

Diversi cibi in cucina sono di colore blu : scopriamoli insieme!
Innanzitutto occorre sottolineare come ogni cibo ha una sua specifica valenza cromatica che va ad agire sui nostri livelli di energia, non solo fornendo i necessari principi nutritivi ma anche influendo sullo stato psicologico. In particolare gli alimenti blu svolgono un'azione calmante e rinfrescante.

MIRTILLO
Il blu è tipico delle bacche, i frutti di bosco, in particolare mirtilli e more che sono blu appena colti anche se poi schiacciati assumono una colorazione più tendente al violetto.
Il motivo di questa colorazione è la presenza di una classe di pigmenti , le antocianine presenti in oltre centinaia di varietà.


Il mirtillo contiene diversi elementi come tannini, zuccheri, sali minerali, flavonoidi, vitamine A, C e B e Mirtillina, la quale riduce la permeabilità dei capillari, rafforzando i vasi sanguigni, migliorandone l’elasticità. Grazie alla presenta di vitamina A, C, B (in particolare B1, B2 e B3) e sali minerali (calcio, fosforo, ferro, sodio e potassio) al mirtillo sono riconosciute ottime proprietà antiossidanti in grado di inibire la formazione di radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. 






In cucina questo frutto dal sapore molto forte viene usato soprattutto nella preparazione di dolci o confetture. Per esempio la crostata yogurt e mirtilli è molto apprezzata perché accosta la dolcezza e la freschezza dello yogurt con il sapore forte e deciso dei mirtilli.



Per conoscere la ricetta 
clicca qui ---> link











GELATO PUFFO




Questo gelato, dal nome chiaramente ispirato a uno dei cartoni più famosi degli anni '80-'90, attira i bambini proprio per il suo strano colore. Spiegare a che gusto è il gelato puffo può essere complicato, perché molto spesso ciascun gelataio presenta la propria versione personale del gelato. Tendenzialmente è al sapore di vaniglia o fiordilatte, a cui viene poi aggiunto il colorante per donargli il tipico colore azzurro. Alcuni gelatai aggiungono poi altri ingredienti, come l’anice o il curacao, ma nella maggior parte delle gelaterie italiane, se si chiede a che gusto è il gelato puffo la risposta sarà proprio fiordilatte.



DECAISNEA FARGESII



Questa pianta asiatica è un genere di pianta da fiore della famiglia Lardizabalaceae. E' conosciuta comunemente come "le dita blu", per il fatto che i suoi frutti sono dei baccelli a forma di dita di colore blu. All'interno, è presente polpa gelatinosa trasparente contenente numerosi semi , il cui sapore somiglia a quello del cocomero.





APPROFONDIMENTO: PERCHE' NON CI PIACE MANGIARE IN BLU ?

Nonostante gli esempi elencati, non possiamo fare a meno di notare la scarsa presenza di questo colore sulla nostra tavola.  Quasi tutti gli alimenti blu in commercio - dalle caramelle ai ghiaccioli, dal gelato al puffo allo zucchero filato - sono tinti artificialmente. Ma perchè mai? Qual è il motivo?
Il motivo è molto semplice ed è di natura evolutiva.  Infatti l'uomo è sempre stato abituato a scartare gli alimenti blu poiché è questo colore ci spinge a riconoscere il cibo andato a male, basti pensare alla carne che diventa blu quando marcisce e quindi si è tramandato questo gusto nei millenni.
Alcuni scienziati hanno addirittura provato che la presenza del blu a tavola riduce l'appetito e può quindi essere usato come una sorta di "dieta psicologica".